domenica 5 giugno 2016

Un mondo 100% rinnovabile è possibile? Un sondaggio fra gli esperti

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Riporto qui i risultati di una piccola indagine che ho portato a termine la scorsa settimana fra i membri di un forum di discussione, principalmente esperti di energia rinnovabile (*). Si è trattato di un sondaggio molto informale, non inteso per avere un valore statistico. Ma circa 70 persone hanno risposto fra un totale di 167 membri, quindi penso che questi risultati abbiano un certo valore nel dirci come si sentono gli esperti in questo campo. E sono stato sorpreso dal notevole ottimismo che è uscito fuori dal sondaggio. Ecco cosa ho chiesto ai membri della lista (nota: questo sondaggio ora è online su Doomstead Diner).


La domanda riguarda la possibilità di una società non troppo diversa dalla nostra (**) ma basata al 100% su fonti di energia rinnovabile e sulla possibilità di ottenerla prima che sia troppo tardi per evitare il disastro climatico. Detto questo, quale affermazione descrive meglio la vostra posizione?

1. E' impossibile per ragioni tecniche. (Le rinnovabili hanno un EROEI troppo basso, necessitano di grandi quantità di risorse naturali, finiremo prima i combustibili fossili, il cambiamento climatico ci distruggerà prima, ecc.)

2. E' tecnicamente possibile ma così costoso da risultare impensabile.

3. E' tecnicamente possibile e non così costoso da essere oltre ai nostri mezzi. Tuttavia, è ancora sufficientemente costoso che molto probabilmente le persone non vorranno pagare i costi della transizione prima che sia troppo tardi per ottenerla, a meno che non passiamo ad uno stato di emergenza globale.

4. E' tecnicamente possibile e poco costoso a sufficienza che può essere fatto dolcemente, tramite interventi governativi mirati, come una carbon tax. 


5. E' tecnicamente possibile e il progresso tecnologico lo renderà presto così economico che i normali meccanismi di mercato ci porteranno lì quasi senza sforzo. 

Come ho detto, si è trattato di un sondaggio molto informale e queste domande avrebbero potuto essere espresse diversamente e probabilmente in modo migliore. E, infatti, molte persone hanno pensato che la loro posizione fosse meglio descritta da qualcosa di intermedio, alcuni dicendo, per esempio, “mi trovo fra la 4 e la 5”. A causa di ciò, è stato piuttosto difficile fare un conto preciso dei risultati. Ma la tendenza è stata comunque chiara.

Delle 70 risposte, la maggioranza schiacciante è stata per l'opzione 4, cioè, la transizione non è solo tecnologicamente possibile, ma è anche alla nostra portata ad un costo ragionevole e sufficientemente rapida da evitare grandi danni da cambiamento climatico. La seconda scelta è stata l'opzione 3 (la transizione è possibile ma molto costosa). Solo pochi di coloro che hanno risposto dicono che la transizione è tecnologicamente impossibile senza cambiamenti davvero radicali nella società. Alcuni hanno optato per l'opzione 5, suggerendo persino una “opzione 6”, qualcosa tipo “sarà più veloce di quanto chiunque si aspetti”.

Devo confessare di essere stato un po' sorpreso da questo ottimismo diffuso, essendo io stesso per l'opzione 3. In parte è perché tendo a frequentare gruppi “catastrofisti”, ma anche sulla base dei calcoli quantitativi che ho fatto con i miei colleghi. Ma penso che questi risultati siano indicativi di una tendenza che si sta sviluppando fra gli esperti di energia. E' un atteggiamento che sarebbe stato impensabile solo qualche anno fa, ma gli esperti stanno percependo chiaramente i rapidi passi avanti delle tecnologie rinnovabili e reagiscono di conseguenza. Sentono che c'è una possibilità concreta di essere in grado di creare un mondo più pulito in modo sufficientemente rapido da evitare il peggio.

Capisco che questa sia soltanto l'opinione di un piccolo gruppo di esperti, capisco che gli esperti potrebbero anche sbagliarsi, capisco che esistono cosa come “l'effetto carrozzone” e il “confirmation bias”. Conosco tutto ciò. Eppure credo che, nella situazione difficile in cui ci troviamo, non possiamo andare da nessuna parte se continuiamo a dire alla gente che siamo fregati, a prescindere da quello che facciamo. Ciò che ci serve per andare avanti e combattere la crisi climatica è una sana dose di speranza e di ottimismo. E questi risultati mostrano che c'è speranza, che c'è motivo di ottimismo. Che la transizione si rivelerà essere molto difficile, o non così difficile, sembra essere alla nostra portata, se davvero lo vogliamo.



(*) Nota: il forum menzionato in questo post è un gruppo di discussione privato inteso come strumento per professionisti in energia rinnovabile. Non è un luogo per discutere se l'energia rinnovabile è una cosa buona o no, né per discutere cose come l'estinzione a breve termine della specie umana o cose del genere. Piuttosto, l'idea del forum è quella di discutere in che modo fare avvenire la transizione all'energia rinnovabile il più rapidamente possibile, preferibilmente sufficientemente in fretta da evitare il disastro climatico. Se siete interessati ad unirvi a questo forum, siete pregati di scrivermi privatamente a ugo.bardi(cosa contorta)unifi.it dicendomi in poche righe chi siete e perché vi piacerebbe unirvi al gruppo. Non è necessario che siate ricercatori o professionisti. La gente di buona volontà che pensa di avere qualcosa con cui contribuire alla discussione è benvenuta. 

(**) Il concetto di società “non troppo diversa dalla nostra” è stato lasciato vago di proposito, perché ovviamente è soggetto a molte interpretazioni diverse. Personalmente, tenderei a definirla in termini di cosa NON sarebbe una società del genere. Un elenco non esaustivo potrebbe essere, in nessun ordine particolare, 

  • Non una teocrazia in stile Maya, completa di sacrifici umani 
  • Non una dittatura militare, in stile Romano, completa di governanti imperiali semidivini
  • Non un paradiso proletario, completo di polizia segreta che spedisce chi dissente in posti molto freddi
  • Non una società di cacciatori-raccoglitori, completa di rituali di caccia e riti di iniziazione
  • Non una società dove vieni appeso a testa in già se racconti una barzelletta sull'amato grande capo
  • Non una società in cui, se non puoi permetterti le cure mediche, vieni lasciato morire in strada 
  • Non una società in cui tutti i giorni sei preoccupato se i tuoi figli avranno qualcosa da mangiare
  • Non una società in cui la schiavitù è legale ed è ovvio che le cose siano così
  • Non una società in cui le donne sono considerate proprietà degli uomini
  • Non una società in cui la maggior parte delle persone passa la maggior parte della propria vita ad arare i campi
  • Non una società in cui si viene bruciati sul rogo se si appartiene ad una setta diversa da quella dominante

Molte altre cose, invece, sono trattabili, penso, tipo fare le vacanze alle Hawai'i, possedere un SUV, annaffiare il praticello in estate ed altro.